Politica\Quelle buche mangia uomini

In migliaia vennero gettati in cavità carsiche ad imbuto profonde anche 200 metri. Quelle buche mangia uomini sono conosciute come foibe. Dopo l'8 settembre 1943, in seguito all'armistizio firmato con gli alleati, i militari italiani furono abbandonati dai vertici dell'esercito e si trovarono allo sbando: in quella situazione, alcune zone dell'Istria passarono per breve tempo sotto il controllo delle forze partigiane jugoslave, vi furono arresti di persone in genere compromesse con il regime fascista, nonché esecuzioni sommarie dettate anche da rancori o vendette personali. L’esercito jugoslavo guidato dal maresciallo Tito attuò una violenta rappresaglia che colpì indiscriminatamente italiani, sloveni, croati e chiunque fosse considerato di ostacolo all’instaurazione del regime comunista in Jugoslavia, provocando l’esodo giuliano-dalmata del 1945 che costrinse 350.000 persone a fuggire dalle proprie case d’Istria, di Fiume e di Dalmazia nel tentativo disperato di sottrarsi alle forze jugoslave che avrebbero poi annesso quel lembo d’Italia. La violenza insomma dilagò e non ebbe più confini: vittime si ebbero anche tra i civili. Gli stessi italiani che abitavano le terre di Istria ebbero difficoltà ad essere accolti dai connazionali, una volta arrivati in altre regioni. In breve, si trattò di una fase storica in cui odi, vendette personali, regolamenti di conti, pulizia etnica, razzismo hanno costituito la trama delle vicende dei popoli al confine tra l'Italia e i Balcani.

Trieste fu posta sotto il controllo delle forze alleate (trattato di Parigi, 1947). Poi fu divisa in due zone: zona A italiana, zona B jugoslava (1954). Nel 1975 con gli accordi di Osimo, le due zone si riconobbero l’un all’altra la sovranità.

In conclusione, nel 2004 viene approvata la legge per l'istituzione del giorno del memoria in ricordo della tragedia degli italiani e di tutte le altre vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati del secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Il giorno scelto è il 10 febbraio, cioè il giorno dell’anniversario della firma del trattato di pace del 1947.

Non vogliamo definire i buoni e i cattivi, ma capire l’orrore a cui l’uomo tende quando la diplomazia, la dialettica e la coscienza critica vengono a mancare. Allora chiediamoci perché gli jugoslavi dopo la guerra perseguitarono innanzitutto le persone compromesse con il regime fascista.

 

All'inizio del Novecento, nella zona dell’Adriatico orientale, vivevano sloveni, croati e serbi. Questo territorio fu sottoposto ad un processo di italianizzazione che si intensificò con l'avvento del fascismo al potere. Il regime fascista, infatti, privò sloveni e croati di ogni identità culturale e politica, chiudendo giornali, scuole, persino italianizzando parole al fine di snaturare la stessa lingua madre ed eliminando anche fisicamente chi non riconosceva l'autorità italiana. 

Luca Di Cola

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