Inchiesta\L'Europa in un biglietto

In un’epoca dove la connessione continua (quasi incessante) con il mondo è la quotidianità,

ci troviamo davanti alla “vecchia guardia”, composta da tutto ciò che ha accompagnato

l’uomo dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni ‘90, e siamo costretti a confrontarlo

con la realtà moderna in cui viviamo. Se è vero che il treno non è di certo un mezzo

obsoleto, possiamo anche affermare con certezza che non è una via di prima scelta. Non mi

sento però di considerare l’InterRail un treno qualsiasi, poiché ha un’idea di fondo

profondamente diversa. A mio avviso questa iniziativa non serve per agevolare gli

spostamenti, ma a incentivarli.

Ciò che nasce come una “semplice” vacanza (magari con gli amici) diventa quindi un

percorso formativo breve ma sicuramente intenso. Infatti divincolarsi tra le città del vecchio

continente senza qualcuno che ci guidi può rappresentare un importante passo nella

crescita personale di un ragazzo, accompagnandolo verso l’indipendenza. Inoltre offre la

possibilità di fare esperienza sul campo con le lingue (inglese, ma anche francese, tedesco,

spagnolo, ...) e conoscere un po’ meglio i paesi che visitiamo, pregni di aspetti spesso

ignorati.

Visitare il continente, conoscere quest’ Europa che ci ha cullati e, allo stesso tempo, cresce

con noi giovani. Sono questi i binari sui quali viagga questo mezzo, vascello di un’ Unione

solida e duratura. Tuttavia sappiamo che questo messaggio non riesce a suonare bene nelle

nostre orecchie, abituate a come stanno veramente le cose. Lo stesso Brexit ce lo ha

dimostrato questo giugno: qualcosa non va.

Se questa separazione, che molti hanno preso come fallimento personale, ci ha scosso,

dovremmo forse rivedere la sostanza che compone l’UE, almeno per non farla crollare.

Che sia questo il destino a cui è segnata?

Giovanni Recchi

Scrivi commento

Commenti: 0